Siamo a metà delle vacanze estive: torna l’annoso dilemma di piazzare le figlie.
Quest’estate abbiamo optato per il tennis, che piace a Caterina e subito la Luci si lancia pure lei. Noi subodoriamo l’efficientamento del sistema di trasporto e ci rallegriamo.
Che poi io le conosco le mie mascherine, figurati se la Luci dopo un super entusiasmo iniziale non vorrà mollare. So che arriva, tranquilli.
E infatti l’altra mattina taaaac: la Luci si sveglia e dice ho il mal di pancia, a tennis non ci posso andare.
Sono quasi certo che questa è una balla fotonica, a maggior ragione perché ha aggiunto: «Però vi giuro che dai nonni non guardo YouTube ma faccio compiti tutto il giorno.»
Molto sospetto, e stavolta non ci casco.
Ecco perché ho studiato TRE risposte infallibili che potete dare a una figlia che non vuole andare al camp / Grest / Inde / quello che volete:
1) la motivazione pecuniaria: tirate fuori gli scontrini e via di: “allora figlia, questi sono i soldi che ho pagato, e questo è quello che mi costi ogni singolo giorno”;
2) la motivazione dei nonni partiti per il fronte: mi spiace Lucia, i nonni sono all’estero. I cellulari non prendono, insomma è una situazione complicata, ma han detto di andare al tennis che poi loro arrivano;
3) la motivazione sopravvivenza: figlia prendo atto che stai male. Andrai al tennis e se continuerà starai in spogliatoio a metabolizzare finché il camp non finisce.
Comunque sembra che abbia funzionato. Alla fine si è vestita di malavoglia e ha aggiunto: «Ma insommaa. Potrò essere padrona della mia vitaaa?»
Considerazioni:
a) vorrei farle notare che il suo non essere padrona della propria vita è comunque superiore al mio non essere padrone della mia vita;
b) ovviamente potete combinare le risposte, io nella fattispecie le ho infilate tutte e tre assieme. Successo assicurato;
c) la motivazione “sopravvivenza” mi rendo conto sia un po’ drastica, usatela con parsimonia e solo se siete sicuri che vostra figlia sia una bugiarda matricolata. Esatto Lucia, lo so.