Allora è innegabile che le nostre figlie stiano crescendo. Nuove abitudini, nuove logiche.
Per esempio, adesso che la scuola è ricominciata, io le porto e non è che mi ignorano come facevano prima, sono passate al tenermi a distanza con malcelato fastidio. Ma ormai sono un uomo maturo, queste cose le accetto.
E anche a casa cominciano a prendersi i loro spazi, ognuna il suo, hai voglia a dire di condividere. Così salta fuori la questione del televisore, adesso che cambiamo la cucina abbiamo un televisore che ci avanza e la lotta esplode subito senza precedenti.
Cate: «La tele va in camera mia.»
Luci: «Cate, nooo! Tu c’hai già la Nintendo Switch. Papà, vero che c’ha la Nintendo Switch?»
«Alla quale potreste giocare assieme» faccio io.
Francesca: «Bambine calme. Io sono contraria alla televisione in camera.»
Ovvio che è contraria, lei non ce l’ha mai avuta. Ma per me che mi son fatto tutti gli anni ‘90 a giocare a Super Mario è difficile sostenere la tesi.
Luci: «Papààà. Vero che la tele la dai a me?»
Franci: «Bambine. Ci penseremo noi e addiverremo a una decisione.»
E lì sento il bisogno di dire anch’io la mia. «…e la mia decisione sarà positivamente influenzata da chi delle due la mattina mi saluterà prima di entrare in classe.»
Francesca mi guarda come per dire no, dai così in basso no però.
«Papà» fa la Luci. «posso dire qual è il problema?»
«E come no.»
«È che quando tu e la mamma ci portate a scuola ci fate sentire un po’ in imbarazzo.»
«Vediamo di lavorarci» faccio io.
Il giorno dopo comunque la Cate non ha cambiato nulla del suo atteggiamento. Ma la Luci mi si butta braccia al collo, dicendo ciao papà mi mancherai.
Ora io cosa devo pensare? Considerazioni:
a) Caterina dovrebbe essere premiata per la sua integrità morale;
b) Lucia tiene davvero a quella maledetta televisione;
c) Lucia in realtà tiene tantissimo al suo papà. La questione della televisione non ha fatto altro che portare a galla sentimenti sopiti e gettare le basi per un’intesa perfetta.