Lo spirito del Natale può essere creato artificialmente? E soprattutto, può portare a nuovi, interessanti sviluppi?
Per le vacanze di Natale siamo tutti e quattro a casa, non si va da nessuna parte (ché i soldi son pochi) ma ci si gode quest’atmosfera un po’ domestica.
E allora per riuscire a gestire in modo armonioso questa convivenza mi sono messo d’accordo con Francesca, tipo i trattati di pace che si studiano a scuola, tipo che ne so, il primo che mi viene in mente, la pace di Cateau-Cambrésis, toh. E ci siamo detti ok, impegniamoci a fondo acciocché riusciamo a vivere delle vacanze serene. “Acciocché” secondo me lo dicevano, a Cateau-Cambrésis.
E devo dire che il trattato qui regge eh, di brutto.
Persino la Cate se n’è accorta. Ieri sera eravamo a tavola e a un certo punto se ne esce con una di quelle frasi rivelazione: «Certo che io ci stavo pensando. Alla fine questa è una bella famiglia.»
Attenzione attenzione. «Scusa Caterina puoi ripetere, temo di aver capito male.»
«Ma sì» fa lei «cioè, alla fine non siamo messi così male. Anche se certo, possiamo tutti migliorare.» Pausa. «Persino io posso migliorare un poco.»
«Persino?» faccio io.
E la sorella: «Un poco?!»
E tutti giù a ridere, come in un finale alla Peppa Pig.
Mi spiace Cate, se ti fermavi alla prima frase andava tutto bene.
Considerazioni:
a) la pace di Cateau-Cambrésis di casa Lauro sta per ora funzionando e soprattutto dà nuove consapevolezze, allora è vero che da piccoli cerchi nello stagno poi se ne creano altri più grandi. Halleluja.
b) la Cate ci ha anche chiesto in cosa poteva migliorare. Siccome nessuno ha risposto, ci ha detto (testuali parole) “o che non c’è niente da migliorare, o che c’è troppo”. Brava Cate, così ti vogliamo, autocritica.
c) la storia però ci insegna che nei trattati di pace è già insito il germe di future rivolte sanguinarie e nuove battaglie, quindi insomma, godiamoci quest’atmosfera Natalizia però vediamo di stare all’occhio. Si sa mai.