Perché diamo soldi ai ricchi

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Perché dare soldi a chi già ne possiede? Perché sono maledettamente bravi.

La settimana scorsa c’era la bellissima iniziativa #ioleggoperché, che se non la conoscete praticamente i ragazzi delle scuole vanno nelle librerie e si fanno donare libri dagli avventori.

Meno male che ci sono queste iniziative, con tutti i tagli che ci sono eccetera eccetera.

E niente, mi trovo in libreria appunto con le mie figlie. Che vogliono tutto a parte i libri, e allora dico no e no (un classico).

A un certo punto sento dietro di me. «Mi scusi, signore.»

Immaginatevi le vocine più piccole e sottili del mondo. Due bambine che mi guardano con occhi tipo gatto di Shrek.

«Ditemi pure, care ragazze.»

«Siamo dell’iniziativa #ioleggoperché. Potrebbe scrivere sul nostro poster perché lei legge?»

E l’altra: «E poi ci…ci potrebbe comprare un libro per la nostra scuola?»

Ma porca la miseria, ma certo.

E allora vado a scegliere con loro il libro, poi vado a scrivere sul loro poster. E lì mi accorgo della trappola. Il nome della loro scuola. Immaginatevi la scuola privata più ricca sulla faccia della terra. Che noi chiameremo la Scuola Beverly Hills 90210. Ci sono leggende su questa scuola, tipo che anziché bocciare danno il buono uscita.

Ecco, io sto scrivendo sul loro poster, sto vergando un contratto e non so come uscirne.

Francesca, figlie e pure mia sorella mi aspettano all’uscita: «Ma quindi hai comprato un libro alla scuola Beverly Hills 90210?!»

«È complicato. Mi hanno messo lì due bambine che sembravano uscite da Oliver Twist!»

«Fammi vedere lo scontrino» fa Caterina. «14,50€ ?!»

«Ho preso quello che costava meno!»

«Tu non compri le cose a noi e poi spendi 14,50€ per QUELLI?»

La vostra scuola dov’era, Caterina?! Dov’era, mentre le altre facevano affari?

Considerazioni:

a) probabilmente quelle bambine erano attrici professioniste e io ho abboccato.

b) probabilmente la scuola Beverly Hills 90210 rivenderà quel libro alla scuola delle mie figlie spacciandolo per offertissima

c) comunque sul poster ho scritto la mia storia tristissima: “#ioleggoperché… mi sveglio presto e nemmeno il gatto parla con me.” Ora vivrete col magone, bambine prezzolate


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