Stavo quasi per fare un incidente in bicicletta. L’incidente più stupido del mondo, a dire il vero.
Una cosa bella di Salò è che il centro è tutto pedonale e i residenti possono farlo anche in bici. Una cosa brutta di Salò è che per arrivare al centro è tutta a senso unico, quindi l’andata va bene, ma al ritorno rischi sempre la m0rt3.
Certo, ti diranno che esiste l’altra via, la storica via Garibaldi, che però è tutta in salita mannaggia-a-loro. Tanto Garibaldi la faceva a cavallo.
E con la mia bicicletta scassata è difficile. Il cambio entra a fatica. E non funzionano i freni. Cioè non è che non funzionano, è che mi servono almeno 50 metri per fermarmi. Gli pneumatici sono un po’ usurati, ogni tanto serve una gonfiata.
Voi direte, ma riparala ‘sta bici, che ti ha fatto di male.
Non preoccupatevi, le bici delle mie figlie stanno bene e alla mia ho promesso che la porto dal meccanico appena finisce la stagione estiva – qua a Salò è a novembre.
Comunque il giro di andata era andato tutto bene (si chiama “andata”, appunto). Il ritorno in contromano diciamo “ni”, aspettando paziente che passassero le cinquecento auto della stagione turistica e infilandomi nei varchi appena potevo.
E niente, sono arrivato nei pressi del supermercato, e mi esce un tizio col carrello della spesa che guarda da tutt’altra parte.
«Attento» gli fa l’amico.
Questo si volta e mi guarda. E non si ferma.
«Attenzioneeee» gli urlo. «Non mi vanno i freniiii.»
Vorrei dirgli che in realtà ho già cominciato a frenare, ma sarebbe troppo lunga da spiegare.
E il tizio finalmente si ferma e mi fissa come se fossi scemo. Gli faccio un pelo così ai sacchetti di biscotti.
«Scusateee» urlo.
Considerazioni:
a) amministrazione Comunale: io giuro che vado dal meccanico, ma voi metteteci un doppio senso di marcia almeno per le bici, dai
b) però il casco me lo metto, eh (magra consolazione, lo so)
c) mi è passata davanti la vita. Sulla lapide avrei scritto “si è spento tra un pacchetto di Gocciole e una confezione famiglia di carta igienica”