Sull’argomento “auto” starei volentieri zitto. Solo che c’ho ‘sto problema, mi hanno detto che è una sindrome con un nome tutto suo, ma Google non mi ha aiuta perciò se voi lo sapete mi fate un piacere. Praticamente mi immagino sempre ci sia un pubblico a guardarmi, e cerco l’occasione per fare battute. E guardo in camera, tra l’altro.
«Papà, ma a chi stai sorridendo?»
«Zitta, non senti che è partito l’applauso.»
Solo che a volte la rischio, la rischio di brutto. Giusto ieri parlavo con Francesca della nostra vecchia Peugeot, detta Peggy. Che è passata dal meccanico per un check up (un grazie a mio papà che ce la porta ogni volta) e il referto mica era così bello. Oltre al consueto tagliando, c’erano il cuscinetto, l’altro cuscinetto, un sacco di roba.
Insomma un bel preventivo che passo dritto dritto a Francesca, la nostra addetta al bilancio domestico (motivo #1 per stare zitto) nonché (autoproclamatasi) pilota di famiglia (motivo #2).
Insomma la Peggy c’ha tredic’anni, ancora a diesel, che vogliamo fare? La aggiustiamo o la cambiamo?
«E poi i freni a disco son da sostituire» faccio io. «Il meccanico ha detto, o meglio mio papà ha detto che il meccanico ha detto, che col cambio automatico son più sollecitati.»
Francesca: «Vero.»
«Certo però» dico io, «che tu freni un sacco, eh.»
Mi scruta, gli occhi a fessura. «Tu questa cosa dovevi proprio dirla.»
«No, è che quando inchiodi mi vien da star male» ribatto. E strizzo l’occhio alla telecamera.
«Comunque questo non è il periodo per cambiare l’auto» fa lei. «Mercato fermo, l’elettrica è ancora roba da ricchi. E poi la nostra auto farà ancora 100mila chilometri.»
«Lo dice anche il meccanico» dico io, che potevo star zitto.
Ancora gli occhi a fessura. «Perché, se te lo dico io non ti fidi?»
Sguardo in camera. «No, è che il meccanico agli incroci frena a piano.»
Cos’è successo dopo?
a. francesca ha lasciato la casa
b. io ho lasciato la casa
c. stasera dormo nella Peggy