Allora voi vi sarete fatti sicuramente quest’idea di Andrea Lauro che è un papà buono e caro e che gli va bene tutto. Eh no! Oggi tiro giù la maschera e vi dico che sull’ordine in casa il vostro affezionatissimo s’è dimostrato col tempo una discreta carogna.
Perché so che sembra impossibile (e sono ironico) ma se uno mette a posto man mano che usa le cose, il casino mica si crea. Se invece al contrario lasciamo che la roba si assommi e rimandiamo la sistemazione a data da destinarsi finisce che:
1. la roba, guarda caso, si assomma
2. poi mi si dice, eh però tu non metti a posto
Io mettere-a-posto che è un mese che vi dico di farlo pian piano?! E allora sbrocco, e tiro fuori il metodo Montessori, quello oscuro.
Perché son convinto segretamente che la Montessori ogni tanto sbroccava pure lei. Prendeva un sacco (come faccio io), lo riempiva di tutto quello che c’era per terra (giochi foglietti carte di caramella) finché riaffiorava il pavimento.
E il sacco via, da qualche parte che non dico nemmeno a voi e chissà se mai riapparirà.
Facevo così, erano scene drammatiche da Antico Testamento in cui la Luci e la Cate si attaccavano piangendo alle caviglie e io gridavo, lasciatemi stare ch’è troppo tardi.
Finché ho capito però che non potevo sbroccare a ripetizione. Già noi maschi viviamo di meno, se c’attacco pure gli sbalzi di pressione qui non s’arriva alla pensione.
Perciò col tempo ho affinato la tecnica.
«Bambine io adesso metto la sveglia. Tra un’ora esatta quant’èveroiddio arrivo col sacco e chi s’è visto s’è visto.»
E attenzione FUNZIONA. Caterina spegne la tivù e fa alla Luci: «Bene ora mettiamo tutto a posto. Anzi, metti a posto tu perché io lo faccio sempre.»
Lucia piagnucola.
«Non mi interessa!» le risponde la Cate.
«BENE!» urla Lucia. «Allora io adesso nascondo il telecomandooo.»
Caterina tiene la posizione. «Un giorno c’era un cesso mortale» giuro ha detto così «che avevi fatto solo tu.»
E mentre se la sbrigano tra di loro e mia moglie mi guarda come per dire, ma che bisogno c’era, io penso ecco, vedi che allora non è stato tutto invano.
Ehi ma non era un radioso sabato di sole e mentre piluccavo le poche olive appese sulle mie piante, tu riuscivi a turbare la mattina onirica della famiglia Lauro lavorando col “Divide et Impera”. L’anno prossimo sei prenotato per la raccolta delle olive
bravo Massimo, questa va a pari con il “era meglio se andavo a zappare”