Tre cose da evitare nella letterina

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Siamo molto vicini al Natale. Ma anche al 13 dicembre, cioè Santa Lucia.

Che come sapete per bresciani veronesi bergamaschi (e pure i siculi) è una Santa pure più potente di Santa Klaus. In questi territori lei regna sovrana.

E allora a ‘sto giro parliamo delle letterine che i bimbi scrivono alla Santa Lucia, ma potete applicarlo anche a Santa Klaus, o sant’Ambrogio, insomma il beniamino a cui scrivevate voi da bambini. Il Dodò dell’albero azzurro, toh.

E siccome le mie figlie mi fanno leggere la lettera prima di spedirla, ho notato delle situazioni ricorrenti che saranno capitate pure in casa vostra. E allora ecco la classifica delle TRE situazioni tipiche da letterina:

1) l’alto tasso di errori di ortografia. Mettono le “O” senz’acca. Verbi sbagliati. Le doppie quando capita;

2) il fatto che la letterina, nella sua primissima bozza, inizia direttamente con la lista della spesa. Senza intestazione. «Scusa Cate, ma nemmeno ti presenti? Non dici “sono una ragazza di dieci anni un poco discola” eccetera eccetera?» La Cate: «Ma scusa, ma non lo sa chi sono?» «Su da brava, adesso lo riscrivi.»

3) la letterina diventa un elenco di 50 cose prese pari pari dal catalogo del Toys Center. Manca solo il codice a barre del prodotto. Un muro di testo in carattere 8 che lo leggi per due righe e poi la nausea. Praticamente non è una letterina. È un documento di trasporto.

Considerazioni:

a) io capisco che la Santa Lucia o suo pari grado legga le letterine con gli occhi del cuore, ma qui stiamo parlando di sciatteria;

b) tra l’altro la lista della spesa finisce di solito con la paraculissima: “questo vorrei, ma tu puoi portarmi quello che vuoi”. Una sorta di concessione, insomma, in caso non vada come sperato. Diciamola tutta, un condono.

c) penso che “ragazzo discolo” sia desueto da 40 anni, e resiste solo nelle letterine. Io ce l’avevo nel sussidiario della seconda elementare. In terza era già fuori moda.

E le vostre, di letterine?


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