L’arte dell’arrangio è importantissima. A patto che sia opportunamente valorizzata.
Be’, in casa c’è sempre una quantità infinita di cose-cosettine-cosettone da sistemare e riparare.
Mi piacerebbe dire che sono uno che si butta subito all’opera, la realtà è che alzo gli occhi al cielo e aspetto che il problema sia attenzionato da almeno un altro membro della famiglia, sennò non esiste. Tipo ri-pitturare casa.
Che poi lì mi sono sempre arrangiato. Magari il risultato non era perfetto ma ehi, se sei 1) uno studente fuorisede 2) devi rendere l’appartamento 3) ti servono i soldi della caparra, per far tornare bianche le pareti al minimo sindacale il modo lo trovi. Chiaro che non ti metti a fare lo stucco veneziano.
Casa nostra lo stesso, anche quella l’ho imbiancata a pezzi, dove serviva. Minimo sindacale, appunto.
Solo che Francesca non apprezza.
L’altro giorno mi fa: «Sai Andrea, stavo pensando che dovremmo far ridipingere casa. Troviamo un pittore, cerchiamolo già adesso perché sai, ora che lo trovi, che ti dice la sua disponibilità, sai quanto tempo passa no?»
Io la guardo: «Francesca se mi dai 349 euri te la dipingo io.»
So esattamente cosa sta pensando. Pensa che non sono buono. Ma dissimula. «Andrea, tu hai un sacco di cose da fare, non hai tempo.»
«È per questo che ti chiedo 349 euri. Per trovare il tempo.»
E allora finalmente, e chiaramente piccata, affonda lì dove fa più male.
«Andrea, vuoi che sia sincera? Tu a imbiancare non è che sei proprio ‘sta gran cosa. Anzi, se posso, l’ultimo lavoro l’hai fatto con risultati sotto la soglia della sufficienza.»
Oh, finalmente hai calato la maschera, mascherina.
«Lo so. È per questo che ti chiedo SOLO 349 euri.»
«Ho detto di no.»
«Peggio per te.»
Considerazioni:
a) io i lavori li faccio male solo se so di non essere apprezzato e valorizzato;
b) 349 euri è un prezzaccio. Contando che una tola di pittura me ne costa ben 25, tra l’altro;
c) peccato per te Francesca, casa nostra rimarrà indipinta per i prossimi secoli-dei-secoli-amen perché io non muovo più un dito