Le cose più belle vengono dette quando sei impreparato. Ma pure le più brutte.
E soprattutto poi non sai come continuerà il discorso. Se andrà su o andrà giù. E questa cosa succede appunto nei momenti cardine della giornata.
Tipo quando prendo il caffè d’orzo dopo cena, che son lì tutto impegnato a ficcarci il biscotto gigante di grano saraceno col rischio di fare un patatrac. Momento topico, insomma.
Ed è proprio lì che arriva Caterina. «Papà.»
«Dimmi, tesoro-amore che mi dici sempre belle cose.»
«La mamma. Ma tu lo sai chi ama?»
«No» faccio con gli occhi a cuoricino. «Dai, dimmelo tu.»
«Alessandro Gassman.»
E mica te lo aspetti. La fisso ebete più perché mi chiedo, ma perché Caterina, perché queste frasi, che t’ho fatto, perché proprio ora. E il biscotto bello carico di caffè mi si spezza ed è così gigante che fa un casino sulla tovaglia.
«Cooooosa?»
«Alessandro Gassman. Proprio lui.» Fa con sufficienza.
Entra la Luci dal salotto. «Eeeeeh.» Fa segno di no. «Non si può. Perché lei ha già sposato te.»
«A-ha!» faccio a Caterina, «hai sentito tua sorella? In your face, figlia saccente.»
Con Gassman non si compete, mica son scemo, ma in effetti ho la legge dalla mia.
«Eeeeh. Non si può» ripete la Luci. «La mamma doveva pensarci prima.»
«Brava.»
«E allora tu potevi sposare qualcun’altra.»
«Sì vabbè. Magari a tornare indietro facevo pure qualcosa di diverso, chennesò, un bell’Erasmus, io…»
«Ma Luci» entra la Cate facendo no con la testa. «Ma me lo dici chi è che se lo sposava, il papà?»
E io così. Con metà biscotto sparmegato per la cucina e gli occhi di uno a cui hanno tolto il cuore.
Mi rimangono solo delle considerazioni:
1) le mie figlie hanno un’altissima considerazione del legame coniugale
2) d’ora in avanti il caffè coi biscotti me lo prendo di nascosto
3) Alessandro Gassman: se risposi mia moglie, in caso Caterina te la pigli tu