Fare i confronti tra le figlie è sbagliato. Però certe volte devi fargliela capire.
Ora, voi sapete che la Cate e la Luci hanno due anni di distanza. Cosa sono due anni nell’arco di una vita, direte voi. Nulla.
Ma alle elementari è tipo il 30% di vita in più, quindi è ovvio che in qualsiasi materia la Cate ne sappia a pacchi rispetto alla sorella. Cosa che cerca sempre di farlo notare, tra parentesi.
La Luci incassa, fa i suoi compiti e sta zitta.
Solo che in matematica non è così. E so che non bisogna fare i confronti. Però ritengo d’aver insegnato a mia figlia abbastanza autoironia da metterla di fronte alla verità: in confronto alla Luci, lei ha la preparazione e la dimestichezza di una motozappa.
«Adesso ragazze gara di tabelline.» Che io la facevo sempre quand’ero alle elementari, quindi mi sento autorizzato a queste pratiche.
«Con la Luci?!»
«Certo Cate. Così vedi quanto sei indietro rispetto a tua sorella che è arrivata solo alla tabellina del SEI.»
La prima gara finisce in modo impari, con Luci che surclassa la Cate. E la Cate si lamenta del fatto che le sue tabelline erano molto più difficili.
«Dai Cate, non renderti ridicola. Accetta la tua inferiorità.»
Chiede una rivincita a pari tabelline, e a ‘sto giro la Luci piange. «Mi hai dato sette x seiiiii! Io non l’ho mai studiatooo!»
Al terzo giro, quello che si vince tutto, facciamo allora un ulteriore downgrade per essere sicuri che la Luci sia competitiva.
E vince ancora la Cate. «Ho vinto, ho vinto!»
«Bella forza, Cate. Siamo arrivati alla tabellina del 5. Praticamente è come se avessi corso i 3000 siepi correndone 100 e saltando i marciapiedi.»
Considerazioni:
a) Caterina ha comunque imparato qualcosa, sa che non potrà mai sedersi sugli allori
b) le gare delle tabelline in classe alle elementari hanno creato dei traumi di cui nessuno vuole parlare
c) faccio notare che 7×6 è contenuto nella tabellina del 6. Quindi la Luci avrebbe dovuto saperlo. Forse è una motozappa pure lei
