Finalmente arriva un gatto! Scelta maturata in modo super-coscienzioso.
Dopo un acclimatamento di SETTE anni nella nuova casa abbiamo sentito che era il momento. Quindi bando agli indugi, abbiamo preso una gattina quasi tutta nera e l’abbiamo chiamata Ciccia Baffi.
Per chi di voi abita nelle Marche: mi direte ma che razza di nome è, ma lo sai cosa vuol dire? Ok ok, ne sono consapevole. Ma suonava bene.
Che io un gatto, prima che arrivassero le ragazze, ce l’ho sempre avuto. Poi si sa, bambine piccole, aspettiamo che crescano, e sono passati sette anni.
Tra l’altro ci sono state delle innovazioni da paura, tipo che adesso fanno ‘sta terra truciolosa in legno di abete che puoi comodamente tirare su la pupù e buttarla direttamente NEL WC. Questa sì che è innovazione.
Quindi insomma, chiamo le figlie che sono ancora in montagna per dire che Ciccia Baffi è arrivata e la sto istruendo a dovere.
«E insomma Lucia, ha già imparato a farla nella super lettiera in legno d’abete.»
«Papà, lo so perché mi stai chiamando.»
«Cioè?»
«Mi stai chiamando perché hai bisogno di aiuto con la gatta. Non sai come fare.»
«Ma veramente io ho già avuto dei gatti e…»
«Va bene papà, adesso torniamo. Non ti preoccupare. Io sono una super esperta di gatti.»
Per la cronaca, la Luci ha passato tutto il tempo a dire NO CICCIA BAFFI! No così! Adesso ti metto in prigione perché te lo meriti.
Considerazioni:
a) le ho anche detto, scusa ma ti sembra un buon metodo? Cioè, quando tu non fai le cose che dico, io ti metto in prigione? M’ha ripetuto che lei sa cosa va fatto.
b) quindi adesso il nome della rubrica cambia, devo provare il nuovo jingle. “La rubrica orsoscrive: gioie e dolori di abitare con tre donne e una gatta.” Senti come suona bene.
c) adesso sto pensando a quanti abeti servono per fare una lettiera. Spero che usino i trucioli di scarto di quando fanno gli stuzzicadenti.