Il gusto nel vestire non è tutto. Dipende sempre da che importanza ci dai.
Per esempio a me il gusto nel vestire manca totalmente. Che è una frase a doppio senso: manca nel senso che ne sono sprovvisto, ma manca anche come ne sento la mancanza.
Seguitemi: se il gusto mi mancasse e basta, mi sentirei a mio agio, chissene. Ma siccome ne sento la mancanza, sono sempre alla ricerca di conferme e me la vivo malissimo.
Mia figlia Lucia, ad esempio, lei ha un gusto innato, eclettico anche, però una volta che ha deciso non la schiodi più. Io invece ho lì un capo di abbigliamento, sto a guardarlo ma niente, non riesco a capire.
Tipo questo paio di pantaloncini a quadretti. Mi chiedevo se mi stavano bene oppure no. Quadrettini bianchi su fondo blu. Anche lì avevo chiesto a mia moglie.
«Franci, ma come mi stanno questi pantaloncini?»
«Bene. Proprio bene.»
Da allora li ho sempre messi, tutto contento.
Finché mia sorella un giorno mi guarda i pantaloncini e mi fa. «Andrea, ho pensato che devo rifarti il guardaroba.»
«Cosa? Soprattutto perché guardi i miei pantaloncini?»
«È che ti… mortificano.»
Giuro che ha detto così. Mortificano.
«Non è possibile, amica-sorella, questi pantaloncini sono approvati da mia moglie, sono anni che mi manda in giro così. Che interesse avrebbe a mandarmi in giro brutto?»
Lei non risponde, ma la risposta è nella domanda stessa.
Francesca mi vuole brutto. Siccome è invidiosa/gelosa della mia bellezza naturale, mi consiglia dei capi di vestiario per abbassare il mio appeal.
Maledetta Francesca, per tutti questi anni mi hai mandato in giro come la piccola fiammiferaia.
Considerazioni:
a) quei pantaloncini sono già su Vinted a un prezzo irrisorio, ma quasi quasi li brucio;
b) ho cominciato a pensare che Francesca mentisse il giorno che le ho chiesto come stava l’abito per un matrimonio: «sìsìsì stai bene ma sbrigati che la cerimonia comincia.»
c) manca ancora poco e poi comincerò davvero a chiedere alla Luci. Lei non mentirebbe MAI.