Ah, vi avevo promesso un articolo sulle sagre del Trentino. Ché ad agosto in Val Rendena di sagre ne fanno una sportellata, ma son tanti paesini e rischi di perderle, così se passi in auto e vedi lo striscione o (più probabile) il foglietto giallo A4, ségnatelo. Segna tutto.
C’è la sagra della polenta carbonera, quella del canederlo, a Caderzone c’è pure quella dell’agricoltura con tanto di gara dello sfalcio.
A ogni modo in famiglia abbiamo scoperto questo nuovo sport che si chiama: metti in imbarazzo Tommaso. Il nipote più grande, anni undici.
Per fare questo occorre:
1) una sagra, appunto
2) la banda di paese che attacca a suonare, meglio se vestita in abiti tradizionali
3) le cuginette più piccole che cominciano a saltare
E niente, sapete come va: sarà l’aria di montagna e di vacanza, sarà la sinfonia popolare, ma noi adulti chissà perché perdiamo il freno inibitore nemmeno fossimo a un addio al celibato.
E nella testa ci diciamo che la vita l’è una, e quanto tempo ho perso a stare dritto impettito, e senti come suona bene quel flicorno.
E naturalmente il Tommaso comincia a fare passetti sempre più decisi verso l’uscita, che non c’è perché siete a una sagra, e ovunque si mette tanto tu lo vedi.
E allora «Daje Tommaso! Vieni a ballare.»
«Che dissing» ti dice.
Avessi capito che significa, e allora «Vai Caterina, va’ a prendere tuo cugino che vorrebbe tanto ballare ma è così bravo che ha paura di farci fare brutta figura.»
E intanto balli, il direttore della banda ti incoraggia pure.
E Tommaso si allontana, rincorso da Caterina e Lucia, arriva al parcheggio. Scappa, scappa, tanto le chiavi della macchina le ho io.
L’ho fatto pure chiamare dalla ragazza col flauto traverso.
«Mi dissocio», ti urla.
E di solito quando arriva al mi dissocio il gioco è finito, le regole sono regole e s’è tirata troppo la corda.
Anche perché ti viene in mente che alla sua età li malsopportavi tutti, ‘sti adulti maledetti che in certi momenti si mettevano a fare gli stupidi. E pure le cuginette compiacenti.