Dopo l’articolo di sabato scorso, per intenderci quello sul sacchetto di patatine che è esploso in macchina sulla strada del ritorno, ho realizzato un pensiero: ma quanto siete fighi. Tutti voi, che state leggendo.
Primo, perché avete colto al volo tutti i riferimenti, e mica lo davo per scontato eh. C’è sempre quella linea sottile quando scrivo e mi domando, chissà cosa state pensando. Chissà se questo vi lascia qualcosa di buono o stavolta l’ho cannata in pieno.
Anzi, colgo l’occasione per ringraziare Elisa e Gloria che si smazzano testi e paturnie ogni santa settimana da qui all’eternità (nutrite a pane e acqua, tra l’altro).
Secondo motivo per cui siete fighi: mi state dimostrando una vicinanza che ragazzi, è tutto carburante. Siete maledettamente empatici, sono orgoglioso di voi.
Sabato scorso, il mio amico Enrico ha mandato un vocale: sua moglie andava all’IKEA, e lui l’ha obbligata a comprarmi un nuovo sacchetto. E poi uno non deve commuoversi. Nota bene: la moglie non l’ha fatto, ovviamente, però come si dice basta il pensiero.
E la collega Stefania: lei ha il marito che va all’IKEA una volta a settimana. M’ha scritto, quanti kg vuoi. Ahah, le ho risposto, faccina che sorride. No, fa lei, dico sul serio.
E ragazzi, il marito le ha comprate davvero. Qualcosa come cinque-sei confezioni.
Ne ho accettata una sola, ci mancherebbe. Anche se arrivato a casa la reazione di Francesca è stata: «Ma come ti sei ridotto / non ti vergogni?»
Però accettarle era un gesto dovuto. Le patatine IKEA sono la metafora tangibile della stupenda amicizia che mi date. E mi serve tantissimo, la sgranocchio con gusto.
Ed ecco che con molta umiltà mi inginocchio di fronte a voi, che ogni sabato leggete queste righe. Nel prossimo articolo vi parlerò di Porsche e Lamborghini.