Papà, mi scappa la parolaccia

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E torniamo a parlare di parolacce. Perché ne abbiamo già parlato, ma qui abbiamo l’upgrade.

Be’ siamo realisti, non posso certo pensare che le mie figlie non le dicano, anch’io alla loro età ricordo che dovevo farmi accettare nel gruppo, quindi 1) o dicevi le parolacce 2) o iniziavi a fumare. Quindi a ben vedere potrebbe essere positivo, se mi fanno la prima magari non fanno la seconda.

E niente, siamo a cena e la Luci è in un momento di concitazione, è particolarmente arrabbiata per qualcosa. e le sta dicendo su a tutt’e e tre, madre, padre e sorella, manca solo la gatta, e quando finisce ecco che arriva: “insomma, avete capito?! C477o!”

Lucia! Salto su io. Lucia! Salta su la Franci, e Lucia! salta su anche la Cate, con una sequenzialità che sembriamo i tre orsi di Riccioli d’Oro.

«Ops. Mi è partita.»

«E menomale» faccio io.

Caterina: «Io le parolacce non le dico mai.»

«Brava Cate. Poco credibile, ma brava.»

«Cioè, a dire il vero ne ho sempre in testa cinquantamila. Però non le dico…»

«Brava.»

«…quando sono a casa.»

E io mi sto chiedendo perché voglia aggiungere sempre un pezzo.

«Cioè, quando non sono a casa non le dico…»

«Caterina fermati ti prego, facciamo che va bene così.»

Sto immaginando che continui dicendo: «fuori casa non le dico… di notte.»

Considerazioni: 

a) cioè, sembra quella storia dove c’è il maggiordomo che racconta al padrone che i cavalli sono scappati, poi ci aggiunge sempre un pezzo finché si scopre che la casa è andata a fuoco

b) Luci ha aggiunto che lei è brava perché le parolacce le sa imitare benissimo. Non ho voluto approfondire

c) sto immaginando la continuazione della Cate: lei dice le parolacce solo fuori casa, di notte, mentre fuma


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