Fare quattro chiacchiere con gli estranei: qual è il limite tra troppo e troppo-poco?
Perché ricordiamoci che il bresciano medio è tendenzialmente chiuso e sospettoso, se può preferisce stare per le sue.
Sono all’uscita da scuola, e la Luci si ferma a giocare nel prato antistante. “Antistante”, parlo come un architetto comunale.
Comunque, la Luci si ferma a giocare con questo simpaticissimo compagno, chiamiamolo “Edilberto il Simpatico” per proteggerne l’identità e per sottolineare appunto che è una presenza piacevole.
E niente, ci troviamo lì io e il papà di Edilberto il Simpatico a guardarli correre avanti e indietro e raccontarsi cose. E lì mi assale il dubbio: dovrei socializzare? Dovrei continuare a stare lì seduto fissando la zip dei miei jeans (che forse è un po’ inquietante)?
Metti che poi non sono in sintonia con l’altro papà, metti che mi tira una PEZZA INFINITA.
Maledetto spirito bresciano che aleggia in me e che mi pone di fronte a questi dilemmi.
Passano tipo quattordici ore e allora mi dico, vabbé meglio rincasare. Pure il papà di Edilberto il Simpatico comincia a dare segni di stanchezza. Ci avviciniamo.
«Dai Edilberto» fa lui, «sali in macchina.»
«Dai Lucia, tua sorella è la che ci aspetta.»
E ovviamente se ne fregano.
Ora mi trovo praticamente gomito a gomito col papà di Edilberto, mi faccio coraggio e tiro lì la mia frase-gancio. Sicura-sicura.
«Caspita però. Certo che ne hanno da raccontarsi, eh?»
La sua risposta arriva in tempo zero. «Già. Se penso che io a quest’ora non voglio parlare con NESSUNO.»
Non-voglio-parlare-con-nessuno.
Segue momento di gelo assoluto.
Mi ha risposto davvero così? A me?!
Considerazioni:
a) forse il papà di Edilberto il Simpatico non intendeva davvero quello che ha detto. Gli è scappata;
b) forse il papà di Edilberto il Simpatico intendeva proprio quello, e dunque non è così Simpatico come suo figlio;
c) mi spiace Lucia, non potrai più essere amica di Edilberto il Simpatico. Ora le nostre famiglie sono nemiche giurate come Montecchi e Capuleti