Se non fai il bravo niente biscotti. Ricatto che può valere quando ho 10 anni, mica quaranta e mezzo.
Dunque, non so se cominciare dalla questione biscotti o dal fatto che ho litigato con Francesca. Facciamo che partiamo dai biscotti.
Be’, be vi avevo già parlato dell’Haagen Dasz che mi ero scofanato a tempo record. In quanto a comfort food io riesco ancora ancora a tenermi la mattina, ma man mano che si avanza nella giornata entro in una china pericolosissima e come Oscar Wilde resisto a tutto tranne che alle tentazioni.
Perciò Francesca ha portato a casa questi biscotti di forneria, di quelli chiusi con un nastrino di tela con tanto di fiocco, insomma quel prodotto che mi sono sempre detto, ma chi li comprerebbe che sono così chic. Be’ Francesca li comprerebbe.
Solo che a cena con Francesca ci ho litigato. Uno di quei litigi che si risolvono nel giro di un’ora, però lei mi fa questo gesto eclatante, prende il sacchetto di biscotti e me lo allontana. Lo metto al di là del mio raggio d’azione.
«Ecco» fa lei.
«Dai su Francesca, non mi sembra il caso di un’escalation così.»
«Non te li meriti.»
E niente, segue una mezza colluttazione abbinata a mosse furtive, immaginatevi un mix tra Mr & Mrs Smith abbinata a Occhi di Gatto. È stato un momento topico, ne sono uscito con un biscotto tra le fauci.
Solo allora Francesca, con il resto del sacchetto ancora in mano, ha ammesso la verità. «Li avevo già assaggiati. Sono buonissimi. Ho pensato che se ne mangiavi uno, poi te li sbafavi tutti.»
E niente, è un biscotto che si sfalda appena lo addenti, quando l’hai finito passi la lingua sui denti e senti pure il retrogusto salatino. La fine del mondo.
Considerazioni:
a) ma allora il litigio era tutto un pretesto per non farmeli mangiare. Francesca ha commesso un atto di viltà;
b) penso sia il burro a tenere insieme tutti quei granelli di farina e cioccolato;
c) anche le figlie hanno assaggiato i biscotti. La felicità ha i minuti contati.