Martedì era la festa del papà. Secondo le mie figlie il giorno in cui “anche io posso comandare”. Cosa che devo ancora capire come funziona, ma andiamo avanti.
La Luci era super sul pezzo, già a colazione mi porta un bellissimo bigliettino fatto a scuola. Mi ha pure fatto il ritratto dentro una cornice tutta dorata. Mi ha disegnato ancora con barba e baffi perché evidentemente ancora non si capacita del mio nuovo aspetto.
Aggiunge: «I miei compagni mi han detto che ti ho fatto la testa a tazza.»
E giù a ridere tutti insieme perché effettivamente se mi metti il manico e una cannuccia son proprio una tazza.
Poi arriva la Cate.
«T’ho fatto questo.»
E mi dà un quadratino con su un arcobaleno coperto da linee nere frastagliate.
Ora, io lo so che il Piccolo Principe ci insegna a vedere non il cappello, ma il boa che inghiotte l’elefante. Lo so, per carità. Però a ‘sto giro non ho davvero capito.
«Wow» le faccio. «È un arcobaleno. Un arcobaleno in un… puzzle.»
Devo dire che anche lei a ‘sto giro mi sembra poco convinta. «È un arcobaleno, però sta dietro a una vetrata.»
«Oh» le faccio. «Ma tu pensa. E ti sei impegnata per farlo?»
«Mah. Mica tanto.»
Ok, quindi ho da una parte il lavoretto con tanto di ritratto e cornice fatto dalla Luci e dall’altra quest’opera astratta e soprattutto distratta. Cosa-devo-fare.
La Cate si sbottona ulteriormente. «È così piccolo perché ho usato un vecchio ritaglio che mi avanzava.»
«Pure!»
«Però all’inizio volevo fartelo in un’altra maniera. Più grande. Diverso. Insomma, il vero regalo arriverà. L’anno prossimo.»
«Grazie.»
Quando è arrivata sera però ha optato per una scatola di Baci Perugina. Bra-va.
Considerazioni:
a) potevo dire alla Cate che ero orgoglioso del suo arcobaleno, ma avevo difficoltà;
b) i Baci Perugina arrivano dove devono arrivare, cioè la pancia;
c) adesso non so cosa aspettarmi dalla Cate l’anno prossimo. Un’intera vetrata, e rimpiangerò il foglio di ritaglio.