Le rivelazioni scioccanti arrivano quando siamo a tavola. Meglio se arrivano a fine pasto, sennò il boccone ti si incastra di traverso.
Dunque a un certo punto la Luci ci dice che andrà a vivere da sola. Questo a sette anni suonati, notoriamente l’età in cui cominci a pensare alla vita adulta.
«Eeeeh, quando io sarò grande, dovrò per forza andare a vivere da sola. E allora dovrò prendere una casa, e magari vivo con la Cate.»
Ossantocielo siamo già arrivati a questi discorsi.
«Mi fa piacere che tu voglia andare a vivere con tua sorella, ma non è che dovrai. Intendo, se vuoi potrai andare a vivere da sola.» Poi magari il concetto tra dovrai e potrai non le è chiaro fino in fondo, allora mi sento di aggiungere (amorevolmente). «Fino ad allora, potrai stare qui con me e la mamma.»
«Eeeh, ma questa casa la vendiamo. Quando voi due sarete morti.»
«Cosa?!»
«No no!» si affretta a correggere. «Non hai capito.»
«Sentiamo cosa non ho capito.»
«Io vi voglio bene, a tutti e due.»
«Grazie.»
«Però poi morirete, perché siete vecchi.»
Francesca stringe forte forte la forchetta.
Ma la Luci continua. «Tu papà, ad esempio, tu prima della mamma. Che sei un maschio.»
«Pure!» le faccio io. «Guarda comunque, cara Luci-medicina-trentatrè, che io faccio sport e la mamma fuma un sacco. Quindi statisticamente toccherebbe prima a lei.»
Francesca la forchetta la sta proprio piegando, ora.
«Eeeh no papà, tu prima. Perché magari vieni schiacciato da una macchina.»
Oh ma porca la miseria.
Luci vattene pure a stare da sola, per carità, basta che ci lasci (vivere) in pace.
Considerazioni:
a) mia figlia è straordinariamente matura, perché ci vuole molto bene ma al contempo è già psicologicamente pronta al sempiterno distacco DEFINITIVO
b) mia figlia è straordinariamente opportunista, mira già alle mie proprietà e devo stare attento a camminare con lei nei vicoli poco illuminati
c) pensate quando arriverà a capire cosa sono gli ospizi, a cosa servono, e da che età potrà mandarci
