Ora io non voglio tirare fuori un discorso trito e ritrito, eh. Però gente, che fastidio quando mi spostano le cose. Io le metto in un posto, e quando le cerco non ci sono più.
Che poi era il problema di quand’ero giovane, ero disorganizzato. Ogni due per tre perdevo il portafoglio. Allora poi mi son detto, facciamo che il portafoglio lo metto sempre lì, così lo ritrovo. E sono così vissuto in pace vent’anni.
Poi sono arrivate le tre donne di casa e la loro entropia.
Quindi insomma, nell’IPOTETICA situazione in cui io non trovo i miei pantaloncini, lo faccio subito presente. Mica lascio correre, affronto il problema in modo pacato, come fosse una constatazione amichevole.
«Franci» le faccio al telefono. «Non trovo più i miei pantaloncini.»
«Non te li ho presi di sicuro io.»
Aha. Nella sua risposta già vedo il tentativo di insabbiare. «Mmh. A te quei pantaloncini piacciono parecchio. Allora facciamo così, li cerco mentre sono al telefono con te.»
«Prova sotto il letto.»
«Non ci sono. Aspetta… eccoli! Francesca, erano dietro la porta sopra le TUE borse.»
«E secondo te ce li ho messi io.»
Certo.
«Per quale motivo?»
«Invidia, mi pare ovvio.»
Ride perché sa che è vero.
«Franci, non trovo nemmeno le forbici.»
«Ma mi hai fatto la lista?»
«Così non ti chiamo due volte. Le forbici dovrebbero essere accanto ai coltelli.»
«Hai provato sopra il lavandino?»
«Non vedo perché dovresti metterle sopra il… ecco, infatti sono lì.»
«Ecco» fa lei, «questo è il motivo per cui non potresti mai lasciarmi. Io ti trovo sempre le cose.»
«A me sembra vero il contrario, tu me le sposti.»
Considerazioni. Potrei:
a) arrendermi e lasciare che l’entropia mi assalga. Le cose, a forza di essere spostate, torneranno al loro punto originario
b) potrei legare le forbici con del filo di ferro, così son sicuro che non si allontanano per più di mezzo metro?
c) raddoppiare il numero di oggetti in casa, così aumento la probabilità di trovare le cose dove le ho messe (almeno la metà)