Quando ti dicono una frase talmente brutta che bisogna fare qualcosa.
Ed è successo anche al vostro Andrea affezionatissimo, un bel giorno che a quanto pare ero particolarmente malmostoso. Francesca a un certo punto mi squadra, ci pensa su e mi dice: «Sappi che oggi ti vivo con DISAGIO.»
Addirittura, faccio io. Cioè, son davvero riuscito a farmi dire così? La sto… disagiando? Ma allora qui devo pormi qualche freno. Anche perché è un attimo che poi le mie figlie imparino l’espressione e la usino pure loro. E Caterina ancora ancora, quella è sempre tranchant, ma se me lo dice la Luci so già che ne faccio una tragedia.
«Brava Francesca, allora da oggi mi automiglioro, vedrai.»
«Non fare l’ingegnere.»
«Vedrai.»
Il giorno dopo, sera.
«Franci dimmi dimmi dimmi, oggi m’hai vissuto con disagio?»
«No, sei stato insolitamente bravo.»
Là. Perfetto. Allora vado a segnare “tutto ok” sul calendario in cucina. Accanto a “oggi mi ha vissuto con disagio”.
Giorno dopo: idem.
Giorno dopo: «Franci, e oggi?»
«Oggi non t’ho mai visto.»
«Quindi tutto ok?»
«In effetti.»
Insomma, è passata una settimana. Mi piazzo davanti al calendario e contemplo orgoglioso ‘sta bella sfilza di “tutto ok” e… aspetta.
Un paio di caselle sono cancellate. Qualcuno ci ha riscritto “non ok”.
«Caterina, sei stata tu?»
Caterina mi guarda con sufficienza. «Con me non ti sei comportato bene. Per niente, proprio.»
«Tipo?»
«Tipo PER NIENTE.»
«Ma quando?» le chiedo. «Non è che puoi cambiare le caselline, io…»
«Ecco, adesso vado a scrivere su quella di oggi.»
Lo sta facendo davvero.
«Ma! Hai scritto “NON OK”.»
«Esatto» fa lei.
«Ma non è che decidi tu se è andata bene o no. Decide la mamma.»
«La mamma sbaglia.»
«Scusa?»
«La mamma non è il capo.»
Considerazioni:
a) il processo di automiglioramento è durato anche troppo, torno il malmostoso di prima
b) segno tutto su una comoda agendina elettronica
c) prendo due calendari, uno per la Franci e uno per la Cate. Sperando che la Luci non abbia problemi
